1° Maggio, San Giuseppe operaio!

 


1° MAGGIO, SAN GIUSEPPE ARTIGIANO, FESTA DEI LAVORATORI

 

 

 

 

 

Poesia di Renzo Pezzani

 


Le mani dell'operaio

 


Dice il Signore a chi batte
alle porte del suo Regno:
Fammi vedere le mani;
saprò io se ne sei degno.

 


L'operaio fa vedere
le sue mani dure di calli:
han toccato tutta la vita
terra, fuochi, metalli.

 


Sono vuote d'ogni ricchezza,
nere, stanche, pesanti.
Dice il Signore: Che bellezza!
Così son le mani dei Santi!

 

 

 

Queste mani hanno accolto l' arrivo di una nuova vita accarezzando il ventre della propria compagna, sorretto il figlio dopo la prima caduta dalla bicicletta ed asciugato le sue lacrime.  Hanno applaudito con orgoglio alla consegna di una laurea, guadagnata con il sacrificio di entrambe, senza quasi sentire il formicolio causato dall'impetuoso battito  di mani.

 

 

 

Sostenuto l' anziano genitore che prima di lui aveva fatto altrettanto.

 

 

 

Le stesse mani  che oggi, dopo cinque anni di recessione,  non vogliono gettare la spugna, non vogliono alimentare le gia' numerose file di disoccupati dove un umiliante e blando sostegno dato dalla cassa integrazione alimenta la fame del corpo, ma non la dignita' di un uomo, di un padre perché' nel lavoro nei calli che esso forma c'e' scritta la storia di ognuno di noi.

 

 

 

Si parla tanto di diritti, tutela, protezione del lavoratore rendendo l' operaio quasi un nemico agli occhi dell' azienda mentre in realta' non puo' esistere l' uno senza l' altro.

 

 

 

Credo che tutti noi rinunceremmo volentieri a qualche diritto dando alito ai doveri umani che ognuno   assume  all'interno del proprio ruolo perché' si ritrovi la forza di andare avanti, anche quando sarebbe piu' facile abbassare le serrande.

 

 

 

Tutti abbiamo la nostra parte di responsabilita' .

 

 

 

Gli imprenditori, accecati dal guadagno;

 

 

 

I sindacati, adagiati  nella  stabilita' economica e desiderosi di riavere quel ruolo che li rese grandi ed importanti, ma che ormai hanno perso al punto che i lavoratori stessi  non credono in loro;

 

 

 

Gli operai, convinti che la stabilita' del presente e le certezze nel futuro siano dati solo dai diritti;

 

 

 

Il Governo, privo di leader forti e coraggiosi, troppo preso  a tenersi stretto quel finto potere che crede di avere, mentre fuori dai palazzi romani la gente si uccide per disperazione .

 

 

 

Le stime parlano di oltre 75 mila aziende artigiane chiuse, il Veneto ne conta circa 12 mila.

 

 

 

Una collina dove nel verde della nostra pianura 12 mila piccole lapidi portano il nome di aziende storiche per lo piu' a gestione famigliare dove imprenditori e operai hanno lavorano fianco a fianco per anni invecchiando insieme.

 

 

 

A questi uomini che hanno dovuto gettare la spugna, non interessano i grandi concerti di piazza che allietano il primo maggio, non interessano gli slogan propagandistici che rilasciano fiumi di parole che si perdono nel vento, a loro serve concretezza, azione, serieta' perché' e' con queste qualita' che la rete di micro imprese ha fatto conoscere il made in Italy nel mondo, costruendo giorno dopo giorno l' Italia dal dopo guerra fino ad oggi, trasformando i contadini in artisti del lavoro.

 

 

 

Siamo topolini che corrono dentro un fosso fra rovi, acqua ferma, radici che percorrono la terra in superficie facendoci  spesso inciampare, ma nonostante tutto ogni tanto alziamo la testa e vediamo che il cielo puo' essere ancora azzurro, le nuvole diradano e forse se resteremo uniti senza etichette che ci classifichino come nemici riusciremo a vedere il sole anche se questo sistema iniquo non  protegge  l' artigiano ne tanto meno la piccola media impresa rendendoci sempre  facile preda del Gheppio.

 

 

 

Io sono un' imprenditrice agli occhi della legge, ma sono un' operaia perché' terzista e quindi insieme alla mia squadra lavoro per gli altri, le nostre  mani sono piene di calli e  di questo siamo fieri.

 

 

 

Serenella Antoniazzi A.G.A. s.n.c.

 

27.04.2014