Una ragazzina macedone di 13 anni, ceduta a 2 suoi connazionali

Una ragazzina macedone di 13 anni, ceduta a 2 suoi connazionali, tenta di fuggire e viene picchiata selvaggiamente, torturata e stuprata. I suoi due aguzzini, una donna e il figlio, dovranno rispondere di gravissimi reati: violenza sessuale aggravata ai danni di minore, maltrattamenti e lesioni aggravate.

di Alberto Giannino


Una ragazzina di 13 anni della Repubblica di Macedonia è stata venduta in sposa contro la sua volontà a due connazionali che vivono in Italia per la somma di 3.000 euro. Si tratta di una donna e di suo figlio che vivono abitualmente a Marghera (Venezia). Arrivata in Italia assieme alla futura suocera, per la 13enne è iniziato un incubo di violenze, segregazioni e torture, che l'hanno portata a scappare da Venezia e allontanarsi dai suoi aguzzini. Per tutta risposta, il 17enne che l’aveva “acquistata”, dopo averla riportata a casa, l’ha stuprata più volte alla presenza di sua madre, che lo incitava a compiere violenze sessuali per “fare il suo dovere di uomo”.

La ragazza ha riportato una serie di lesioni al corpo e aveva la faccia tumefatta. Per il tentativo di fuga, tra l'altro, la 13enne è stata segregata in casa, sistematicamente picchiata e punita con immersioni nella vasca da bagno, dove le sono state procurate delle bruciature alle gambe utilizzando un filo elettrico. Ad accorgersi del dramma e avvertire la polizia lagunare sono stati alcuni cittadini di Marghera, che il 2 agosto scorso avevano segnalato la presenza di una ragazzina che chiedeva aiuto, con il volto completamente pieno di lividi. Le indagini della polizia hanno portato all'arresto del 17enne e della madre, che sono stati accusati di violenza sessuale aggravata ai danni di minore, maltrattamenti aggravati, lesioni aggravate; la 13enne, nel frattempo fuggita a Napoli, è stata posta sotto protezione dalla Squadra Mobile di Napoli.

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