Danilo Tonin è un ex imprenditore. Nel 1998 abbandona tutto e diventa missionario tra i poveri del Benin. Organizza ospedali itineranti su camion, scuole agrarie e corsi di formazione. E per novembre attende la visita del Papa

 

giacomo galeazzi
roma

 

 

Camionista per i poveri nel segno di papa Ratzinger. Danilo Tonin, 67 anni, ex imprenditore di Padova e dopo la vocazione nata a Lourdes nel 1996 missionario laico in Benin, attende per novembre «come un raggio di luce in tanta miseria» la visita di Benedetto XVI alla «Clinique medicale mobile» intestato alla prima beata focolarina Chiara Luce Badano.

 

 

 

 

 

Come si svolge la sua missione in Africa?

 

«Mi occupo della gente povera del Benin.La maggior parte della popolazione del Benin è povera e ha molti problemi di salute. Vive di agricoltura, ma molto stentatamente e coltiva la terra solo con la zappa a manico corto. Trasporta tutto dentro grandi canestri di vimini o di metallo sopra la testa. Le donne si occupano della coltivazione della terra e provvedono a raccogliere la legna nella savana per la cottura della farina di manioca, a fare la "source" con pomodori, cipolle e peperoni, cuociono il pesce sopra pezzi di carbone o lo friggono con l'olio di palma».

 

 

 

 

 

Quando ha deciso di lasciare la sua attività imprenditoriale e di dedicarsi ai poveri del Benin?

 

«Ho deciso di lasciare "tutto" e di dedicarmi ai poveri nel 1998.

 

La mia decisione è maturata nel corso di vari anni . E' iniziata a Lourdes nel 1996 durante uno dei viaggi che facevo passando per Lourdes. E’stata per me una chiamata di Dio a dedicarmi ai poveri e una conversione a vivere il Vangelo più a fondo».

 

 

 

 

 

Quanto ha contato la fede nella sua decisione?

 

«La risposta a Dio con il mio "sì" è maturata nel tempo, con la meditazione, lo studio e sopratutto la preghiera. Infatti nel Gennaio 2005 mi sono iscritto e iniziato l'Università di Teologia presso la Facoltà del Triveneto a Padova. Ho terminato il quinto anno di Università con la presentazione della tesi su "La mistica di Chiara Lubich" e conseguito il Baccalaureato (Magna cum laude) nel Giugno 2009. Lo Studio ha avuto la sua importanza nella mia maturazione per un'adesione completa a Dio, che mi ha segnato una strada dove ho constatato che nulla avviene per caso, e che il caso non esiste, ma come tutti gli avvenimenti, anche i "sassi appuntiti" del mio sentiero della vita, sono illuminati sempre dalla Sua luce: Dio- Provvidenza».

 

 

 

 

 

Cosa rappresenta per lei la visita di Benedetto XVI alla sia missione durante il viaggio apostolico di novembre?

 

«Questa visita del Papa è per me un segno tangibile della Provvidenza che viene a sancire e darmi una conferma d'essere dentro il raggio della volontà di Dio. Questo essere in Lui è la cosa importante in questa mia vita. Il resto non conta nulla. Essere con i poveri , vivere con loro e aiutarli concretamente nella loro vita quotidiana ad un'esistenza migliore; ecco cosa conta».

 

 

 

 

 

Come si svolge la sua azione di volontariato in Benin ?

 

«Come dicevo prima, la mia azione in Benin consiste nell‘amare ogni giorno e in modo concreto la gente povera,anche attraverso un supporto sanitario. L’obiettivo è quello di fornire un aiuto che consenta loro, con pochi soldi, di poter ricevere le visite mediche, le diagnosi e sopratutto le operazioni sanitarie. Per dare a tutti gli ammalati indigenti la possibilità di potersi curare e operare senza spese eccessive o senza pagare nulla, sto organizzando un ospedale itinerante sistemato su camion adeguatamente attrezzati. Un camion è adibito a sala operatoria con la sua anti-sala di preparazione e con un portellone ribaltabile posto nella parte posteriore. Questo portellone serve per adagiare a terra la barella del paziente dopo l'intervento chirurgico e trasportarlo nella stanza di degenza post-operatoria. Un secondo camion come magazzino del materiale medico di consumo e dei macchinari indispensabili per la sala operatoria. Un terzo camion dove ci sono invece i gruppi elettrogeni per la produzione di corrente elettrica. Un macchinario per la produzione del ricambio-aria della sala operatoria e per avere un ricambio di 15 volte l'ora, a una temperatura adeguata per tale ambiente operatorio, anche se all'esterno abbiamo, per molti mesi all'anno, temperature tra i +40 e +50 gradi. E altri macchinari necessari per la sterilizzazione degli strumenti e dei vestiari medici».

 

 

 

 

 

Ospedali da campo nella guerra alla povertà?

 

«Sì, perciò collaborano in questo ospedale itinerante varie equipe di medici che a turno vengono in Benin a loro spese e operano gratuitamente: "Medici senza Vacanze". Alcuni giorni della settimana questi medici specialisti in Chirurgia Generale , Plastica, Ginecologica e in Oculistica tengono delle lezioni di specializzazione rivolte a medici locali. Per la realizzazione di questo Ospedale Speciale mi avvalgo della collaborazione di Adriano Cestrone, Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera e Università di Padova e della consulenza di vari tecnici e ingegneri ospedalieri del Veneto. Inoltre, assieme a degli agronomi e veterinari, collaboratori locali, tra i quali Luciano Gregorio direttore del Centro Studi Sitab presso l'Università Agraria e Veterinaria di Padova, stiamo preparando una scuola agraria per i contadini. Non solo. In programma c’è anche un'azienda agricola per il sostegno economico al nostro "Ospedale Speciale", su dieci ettari di terreno agricolo, donatimi dal capo di un villaggio».

 

Quali sono le principali esigenze della popolazione del Benin alle quali fornisce una risposta con i suoi camion di medicinali?

«Le esigenze principali della popolazione sono nel settore sanitario e agricolo-alimentare.Le malattie principali sono quelle degli occhi, i tumori, soprattutto nelle donne, e le malformazioni invalidanti di molti bambini. Tutto ciò riguarda l'aspetto sanitario e quindi sono molto importanti gli interventi chirurgici fatti da specialisti italiani e anche la preparazione specialistica dei dottori locali. Questi camion nel andare per la savana dove ci sono i villaggi si fermano davanti ai piccoli dispensari in muratura: qui ci sono solo alcuni letti e qualche sedia e nessun strumento medico. Il Ministero della Sanità del Benin, con il Direttore generale dell'Ospedale più grande di Cotonou, mi aveva fatto presente come molti medici e ultimamente 17 medici già diplomati fossero stati inviati in Europa per una specializzazione adeguata, ma non sono più rientrati in Benin. Pertanto ho proposto loro di fare un calendario di lezioni specifiche, in cui i dottori italiani chirurghi specialisti terranno dal mese di Agosto ai loro medici. Così cercheremo di dare un contributo concreto alla formazione specialistica dei dottori locali. Con la collaborazione di alcuni agronomi volontari italiani, abbiamo realizzato uno studio attento della situazione Beninese agraria e quindi alimentare, individuando alcune soluzioni pratiche. Ho sottoposto questo progetto al ministro dell'Agricoltura e al Ministro dello Sviluppo del Benin. Il progetto mi era stato richiesto dai suddetti Ministri un anno fa. Inoltre si cerca di dare una istruzione igienica e alimentare, specie alle donne e di combattere la forte denutrizione soprattutto nei bambini e nelle donne».

 

 

Come interagisce con la comunità cattolica locale?

«Con la comunità locale c'è un ottimo rapporto, ma nello stesso tempo desidero mostrare quanto grande sia la necessità di dare degli aiuti mirati e specifici nel settore sanitario. In merito a ciò abbiamo presentato un progetto studiato a lungo con consulenti italiani volontari venuti in Benin per brevi periodi. Se il progetto otterrà il finanziamento richiesto verrà realizzato un Centro diagnostico e d’analisi in aiuto e sostegno agli Ospedali esistenti sia quelli gestiti dai Vescovi che dallo Stato del Benin. Non si farà un altro Ospedale, perché ce ne sono già abbastanza ; inoltre occorre  dire che diversi ospedali sono chiusi o poco funzionanti per mancanza di medici o di attrezzature ospedaliere rotte ed inutilizzabili, o per mancanza di risorse economiche atte a coprire le spese correnti. E nel medesimo progetto c'è anche il progetto agrario per sostenere economicamente tale Centro.....

 

 

Qual è il ruolo della Chiesa in Benin?

«Il ruolo della Chiesa in Benin è molto importante nel settore sanitario, avendo essa la gestione di molti Ospedali e Cliniche mediche. Ma, come abbiamo detto, c’è anche tanto bisogno. Nel settore agrario invece non è presente , anche se ha la potenzialità di molti terreni agricoli fertili da poter sfruttare, ma manca di competenza tecnica adeguata e manca anche un spirito di collaborazione con forze italiane apportatrici di tecnologie del settore agrario e indispensabili in questo settore. Nell’ambito sanitario alcuni Vescovi hanno dimostrato una negativa chiusura personale nell’accettare consulenze tecniche italiane , ma vogliono gestire loro direttamente i contributi finanziari avuti su progetti sanitari studiati e fatti da noi italiani. La conclusione è stata un completo fallimento del progetto sanitario, a danno di tutta la gente della zona, ammalata e povera, mentre "i pochi" che hanno i soldi vengono a curarsi in Italia nei nostri Ospedali».

 

 

A chi si ispira nella sua azione di missionario?

«Fin dall'inizio il modello al quale mi sono ispirato è stato quello della grande amica di Chiara Lubich: Madre Teresa di Calcutta. Mi ha sempre colpito quel suo spirito d'amore nell'essere al servizio di Gesù presente nel povero bisognoso e dimenticato. Mentre la luce che mi guida fin dall'inizio in questa mia missione è l'Ideale di Chiara Lubich.In questa mia missione,con dentro al cuore lo spirito dell'Ideale di Chiara, sento che l'apostolato tra quella gente povera sia vivere l'amore di Dio e dare tutto me stesso agli altri senza riserve, senza alcun ritorno per me, così che non sono più necessarie le parole. Il mio vivere quotidiano è rafforzato dall'aver lasciato "tutto" senza tenere niente per me , ma di avere solo la gestione materiale delle cose . Tutto infatti è intestato ad una Associazione no profit, cioè una O.N.L.U.S ( Organizzazione Non Lucrativa Utilità Sociale )"Soleil d'Afrique", e assieme ad altri componenti amministriamo con distacco ciò che ci viene donato dai benefattori: per me i benefattori sono le mani della Provvidenza, poiché Dio- Provvidenza non ha mani ma "ha bisogno" e si serve delle nostre mani per servire gli altri.

 

Quali sono i suoi modelli di fede e di apostolato nella carità?

«E' un sentirmi libero da tutte le cose materiali, come mi ha insegnato Francesco D'Assisi, e non aver il desiderio di trarne qualche profitto personale. Con questa libertà di cuore, il vivere con e per gli altri, specie i più poveri, è sereno e comunicativo d'amore vero. Il mio vivere continuamente nell'amore per gli altri, specie i poveri, è ciò che sento maggiormente da realizzare».

 

 

Quali benefici effetti si attende nel Benin dalla visita di Benedetto XVI ?

«Il carisma di questo Pontefice, credo, sarà sentito sia dalla gente che dalle autorità civili; per la chiesa locale sarà uno stimolo di rinnovamento e di luce per vivere il Vangelo, e di non fermarsi solo al predicarlo».