Un cuore di Marca per l’Africa

 

Missione in Sierra Leone, “spola” di trevigiani per aiutare don Maurizio Boa. Arriva anche un ecografo

 

di Fabio Poloni

 

Ci sono la povertà, la guerra, le mutilazioni. Ma c’è anche il cuore grande di tanti trevigiani, che assieme hanno costruito case, pozzi, ospedali. Siamo in Sierra Leone, con un pezzo di Treviso in questa storia. Innanzitutto c’è padre Maurizio Boa, giuseppino del Murialdo, originario di Badoere, missionario lì da ormai quasi vent’anni. E poi ci sono tante persone che, periodicamente, vanno a dare una mano, portare cibo, medicinali, offerte. Le ultime, il mese scorso, tre ragazze: Elisa Filippi, ginecologa dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, Eleonora Rossi, ostetrica sempre al Ca’ Foncello, e Agnese Vicino, giornalista freelance che, per dare una mano a padre Maurizio, sta preparando un videodocumentario sulla missione. «Ad oggi “father Maurice” ha messo in piedi un ospedale, il St. Joseph Community Healt Center , 273 case per gli amputati, tre case famiglia , 110 pozzi», racconta Agnese, «Mantiene 64 ragazzi in casa famiglia, 300 con le adozioni a distanza e in questo momento sono 14 i ragazzi che stanno frequentando l’università. In più, porta avanti progetti di carattere sociale».

 

 

L’aiuto non si ferma mai: chi vive lì, ma anche chi visita la missione periodicamente, porta il suo bagaglio di esperienze, umano e professionale. Le due dottoresse trevigiane, Elisa Filippi ed Eleonora Rossi, nel loro periodo di permanenza hanno aiutato molte mamme a partorire. Elisa ha anche insegnato a due operatori, Ismail e Aghata, a usare un ecografo, donato dalla casa di Cura di Monastier.

 

 

La “Murialdo Home” è affidata alla cura della comunità religiosa dei Padri Giuseppini del Murialdo e alla Missionaries’ Friends Association. È nata nel 1997, nel pieno della guerra, con lo scopo di prendersi cura di bambini, amputati, orfani e abbandonati.

 

La Sierra Leone è un paese estremamente povero. Dopo una guerra terribile che si è protratta per dieci anni, il Paese continua tuttora a subirne le sue conseguenze catastrofiche. La vita media si aggira intorno ai trent’anni, la mortalità infantile è altissima.

 

Per chi volesse dare un aiuto alla missione di padre Maurizio, queste sono le coordinate: iban IT29D0335901600100000069894, causale “Murialdo home”, oppure conto correnete postale numero 68817899, iban IT94Z0760102000000068817899, causale anche in questo caso “Murialdo Home”.

 

Mercoledì Agnese Vicino sarà su Antenna3, nella trasmissione “Ore13”, per raccontare la sua esperienza in Sierra Leone. Sarà presente anche don Maurizio Boa, che rimarrà in Italia fino a fine mese.

 

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Natale 2013

 

Carissimi amici, vi posso chiamare fratelli e sorelle come quando sono sull’altare?

Allora ricomincio.

Carissimi fratelli e sorelle, voi non potete neanche immaginare quanto siete dentro i miei pensieri e la mia gratitudine. Vi penso ogni giorno; ogni giorno ho bisogno della vostra presenza e della vostra comunione. Il sapere che volete bene come me, che vi preoccupate con me e come me di questa gente che ogni giorno deve faticare la vita fa sì che viviamo una profonda unità.

E’ ancora Natale e mi stanno arrivando i vostri auguri. Grazie.

E’ una formula ormai usuale : Buon Natale! Sa di scaduto, di vecchio, di formale.

Forse è il Natale che si augura che abbiamo imparato la lezione di Dio e che siamo buoni e facciamo il bene ogni giorno nella nostra vita. E’ per questo che esistiamo … ‘a ciascuno di noi è stata data una particolare manifestazione dello Spirito per il bene di tutti …

( parentesi perché proprio ora mi è arrivata la notizia di un gran regalo di Natale. Isatu, amputata a 10 anni, una ragazzina del bush, si è laureata ora a pieni voti all’Università IPAM di Freetown, laurea in economia e commercio. Un incredibile sogno si è realizzato. Sabato per lei la festa della Graduation….Le hanno tagliato una mano, ma non la gioia e la voglia di vivere.

E andiamo avanti che ce ne sono altri per strada).

Ho vissuto momenti di grande stupore e profonda commozione giorni fa.

Uscito sulla veranda vengo folgorato dallo sguardo di un volto che riconosco essere quello di Isatu Kgarbo… grande storia di sofferenza e pianto. ‘Non tagliarmi la mano destra perché vado a scuola e devo scrivere … Non preoccuparti prima ti taglio la destra e poi anche la sinistra’.

Ed è così che a 13 anni si ritrovò senza mani e senza futuro. Così pensavo io, ma Dio è grande ed ecco qui la ragazzina che un tempo piangeva e imparava la vita senza mani, ora sta sorridendo e mi abbraccia con un trasporto incredibile. ‘Padre Maurizio sono sposata e mamma di tre bambini… tutto è cambiato, mi chiamo Maria ora’.

Isatu-Maria era sparita dal campo amputati di Murray Town nel 2002 dove ero solito andare ogni giorno e ho saputo dopo che una famiglia l’aveva portata in Usa per darle un futuro di speranza. Ora è qui e accanto a lei c’è il giovane che ha trovato la forza di amarla e di condividere con lei la vita, dandole la gioia insperata di diventare sposa e madre.

Ha creduto nell’amore. ‘Quello si che è un amore sincero!’ mi ha detto Abu Bakkar.

Ha voluto venirmi a trovare nel ricordo degli anni della sofferenza vissuta insieme.

Mamma mia, come è fatta la vita! Veramente dai diamanti non nasce niente ,dal letame nascono i fiori. ‘ Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande …’

 

Testimone per anni di violenza gratuita contro i più deboli ho imparato ad orientare il mio cuore e la mia mente verso gli indifesi e i deboli. Un religioso giuseppino per vocazione, non per contratto, ama e protegge chi soffre. Qui ho vissuto e sperimentato la sofferenza e ho capito come la vita di un umiliato e di un offeso sia così facile da distruggere. Ho dovuto scegliere e ho scelto di stare dalla parte del sofferente.

La Sierra Leone popolata da disperazione e vittime mi ha dato una occasione irripetibile per vivere la mia vocazione. Ho sentito nascere dentro di me la predilezione per i poveri e i sofferenti e da qui non torno indietro. ‘Dalla parte dei poveri ’ non può essere solo uno slogan affascinante, ma una scelta che porta a vivere in amicizia con loro e condivisione.

 

Ma i poveri e i sofferenti costano, me ne sto accorgendo ogni giorno di più. Da solo non ce l’avrei mai fatta a far sorridere questa gente.

E perciò vi sono estremamente grato del costante aiuto e vi chiedo di continuare ad aiutare questa gente, uno sforzo anche piccolo, ma non mollate ora.

Stiamo tentando la self reliance, di farcela da soli, compito difficile, ma non impossibile.

Lo spero almeno e mi sento in sintonia con la difficoltà di vita di quanti dall’Italia mi scrivono ‘ non ce la faccio più ad aiutarti, la vita è diventata difficile anche qui … Ho perso il lavoro …’.

Grazie per quanto avete fatto fin qui e non disperate. La Provvidenza c’è per me e per voi.

 

Ho sperimentato quest’anno una presenza qualificata di medici, infermiere, educatori ed educatrici che è stato veramente un privilegio conoscere.

La loro competenza, la dedizione alla gente, , la familiarità nel tratto, la festa della loro presenza, tutto insomma mi ha fatto capire che il bene c’è, esiste e che c’è gente che ci crede.

Grazie, vi aspetto ancora.

 

E in questi giorni ho vissuto anche momenti di dolore. Massah George, 2 anni, muore con un tumore mostruoso all’occhio; Mariam, 7 anni ha la lebbra e deve andare al lebbrosario di Freetown, ha perso le dita di un piede e sta perdendo quelle della mano destra; Findah, 4 anni, è diventata cieca, … un mese fa circa erano tutte e tre insieme nel mio ufficio con le loro giovani mamme. Signore Gesù, Maria madre degli afflitti…

Stavo per chiedere la forza e la grazia e la fede di fare un miracolo. Mi sono fermato in tempo e ho detto ‘sia fatta la tua volontà’.

 

Così è la vita qui, momenti diversi e a volte contrastanti; si gioisce con chi è nella gioia e si piange con chi è nel pianto.

‘Amo la Vita che mi ha dato tanto, mi ha dato il riso e asciugato il pianto, mi ha portato di qua e poi di là sempre dicendomi no, non ti fermare. Sono stanco io dico e Lei aggiunge forza al suo soffio e la stanchezza scompare e le difficoltà diventano un trampolino per ributtarsi ad amare.

 

Natale è forza nuova, è forza dell’amore di Dio che è entrata nella vita di tutti.

Quel Bambino nella mangiatoia è Colui che fa nuove tutte le cose, che dirà parole che porteranno la sua gioia in noi e che ci darà completo riposo.

 

Auguri di una vita nuova. Be good and do well. Do good and do it well.

Don Maurizio

don.maurizio@libero.it

 

 

 

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Agosto 2011
Carissimi rieccomi.
Sono in Italia dove ho accompagnato i 9 ragazzi sierraleonesi che hanno partecipato alla Giornata mondiale della Gioventù a Madrid.
Una esperienza esaltante che sicuramente segnerà la loro vita e la loro esperienza religiosa. Sono alcuni tra i primi ragazzi entrati nella Murialdo Home quando l’ho aperta nel 2001.
Avevano 8 - 10 anni, erano vittime della lunga, terribile guerra.
Si erano ritrovati poveri e abbandonati senza sogni e senza speranza e oggi stanno realizzando un incredibile sogno, quello di frequentare l’Università.
E mi auguro ci riescano bene.
Sono tornati da Madrid entusiasti e stanchi ed ora con loro andrò a Roma poi a Viterbo. Quindi Padova, Venezia, dolomiti e finalmente Freetown, a casa con nuova energia di vita mi auguro.
Questa è una lettera per amici, sponsor e quanti si sentono in comunione con noi e collaborano perché
l’avventura iniziata continui a produrre frutti di bene per questi ragazzi, poveri, orfani e abbandonati che vivono nelle Murialdo Home di Freetown e per quelli che continueranno ad entrare.
Sono tanti, troppi e abbiamo pensato di costruire una nuova Murialdo Home.
Il terreno ce lo abbiamo già, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto per la costruzione della casa.
La chiameremo Casa degli amici, Friends’ Home, perché costruita con l’aiuto vostro, di voi che siete amici dei miei ragazzi.
Mi auguro che ci possiate aiutare in un modo veramente sostanzioso.
Sarò a Viterbo dal 31 agosto al 5 sett. Celebrerò una santa Messa domenica 4 sett. e nel pomeriggio chi vuole potrà incontrare me e i ragazzi sierraleonesi nel teatro della parrocchia alle ore 17.00.
Sarò invece a Padova nei giorni 9,10 e 11 sett. durante i festeggiamenti per san Pio X°. Sabato 10 sett. celebrerò la santa messa alle ore 19.00 e mi fermerò poi con i ragazzi sierraleonesi sotto il tendone per la cena. Spero di rivedere molti di voi…
Vi auguro ogni bene e che Dio vi benedica.
Don Maurizio

 

 

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IBAN: IT 15 R 03359 01600 100000004903
Causale: MURIALDO HOME
Oppure al seguente conto corrente postale
ENGIM C/CP 30836035
IBAN: IT 84 N 07601 03200000030836035
Causale: MURIALDO HOME

 

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NOVE RAGAZZI DELLE MURIALDO HOMES DI FREETOWN
incontrano il papa a Madrid!
Chi siamo?
Siamo i ragazzi delle Murialdo Homes di Freetown, pensate e costruite durante la lunga, terribile guerra di cui siamo stati testimoni e vittime.
6 gennaio 1999 : invasione di Freetown da parte dei ribelli. Questo fatto ha lasciato un segno indelebile nelle nostre vite. Tante cose sono accadute durante questa invasione. La gente è stata brutalmente assassinata, le case bruciate, a giovani e vecchi sono state tagliate le mani; tutto è stato rubato e alla gente non è rimasto
altro che scappare per salvare la vita.
In un attimo ci siamo ritrovati orfani, abbandonati , amputati; figli di nessuno, senza casa, senza cibo, senza cure e i più di noi buttati dalla carità dell’Onu a vivere nel campo profughi di Murray Town.
Ci veniva in mente uno dei nostro proverbi:
“Quando i pesci piangono, nessuno vede le loro lacrime.”
…e avevamo paura, e andavamo ad elemosinare la vita lungo le strade di Freetown.
Poi l’incontro con don Maurizio, la speranza, le cure , il cibo e la certezze di una casa e della scuola perché il nostro futuro tornasse nelle nostre mani.
Il primo natale in casa famiglia abbiamo cantato un canto che ci piaceva perché composto da noi:
“Murialdo, la terra dei bambini,
Gesù è il nostro Re,
canta con me e sii contento,
Gesù è il nostro Re.
Signore, io sono un bambino amputato (orfano),
il mio nome è ‘aiutamiavivere’,
il mondo mi ha abbandonato, ma il Signore mi ama ancora.
Io sto lottando per il mio corpo ferito,
aiutami a vivere...”
Erano gli anni dell’ultimo posto, e tutti i giornali enfatizzavano il fatto che la Sierra Leone era all’ultimo posto tra tutti gli stati del mondo.
..dopo di noi gli animali della foresta.
Ultimi perché da noi si muore prima e si vive di meno.
Ultimi perché non possiamo curarci se ammalati.
Ultimi perché l’acqua potabile per noi è un sogno.
Ultimi perché andare a scuola è un lusso che pochi possono permettersi.
Ultimi perché le nostre classi sono formate anche da 120 o 140 alunni.
Ultimi perché la nostra vita dipende dalla capacità di elemosinare tutti i giorni.
Ultimi perché a 8 anni i nostri bambini sono già per le strade a vendere acqua, arance, penne…
Ultimi perché non abbiamo la corrente elettrica nemmeno in capitale.
Ultimi perché anche in un immondezzaio riusciamo a trovare cose utili per sopravvivere.
Ultimi perché per essere felici ci basta la vita.
Ultimi perché ci divertiamo a giocare a pallone anche senza scarpe.
Ultimi perché la musica ce l’abbiamo dentro e ci fa danzare anche durante le preghiera.
Ultimi perché riusciamo ancora a sognare e sperare cose che mai avremo.
Ultimi perché per i nostri bambini un piatto di riso è meglio di un sacco di caramelle.
Ultimi perché tutti gli altri hanno tutto più di noi.
Intanto vivendo in casa famiglia ricuperavamo fiducia in noi stessi e la voglia di diventare protagonisti attivi del nostro futuro.
Disabili ma non inabili. È diventato il nostro motto. E la scuola ci ha aiutato a crescere nella speranza che ce l’avremo fatta ad essere come gli altri.

Ora cantiamo “things are gettin better” e cantiamo con la gioia nel cuore.
Dopo 12 anni di vita nelle case famiglia Murialdo vi siano riconoscenti per aver con il vostro aiuto realizzato un sogno che all’inizio sembrava una utopia; 10 di noi frequentano l’Università e abbiamo di fronte a noi la possibilità di un lavoro qualificato.

Certo soffriamo ancora nel vederci mutilati, ma non è più una sofferenza senza
speranza ora che intravediamo la possibilità di una vita autonoma e si allontana da noi lo spettro dell’elemosina come unica possibilità di vita. Girando per le strade di Freetown vediamo con sofferenza quanti e quanti amputati adulti a cui non è stato concesso di frequentare una scuola tendono la mano elemosinando ogni giorno il
pane quotidiano.
“Vivere qui è un dono di Dio e non cesserò mai di ringraziarlo per aver voluto arricchire la mia vita con questa compagnia di poveri, ogni beatitudine è in loro e per loro e te la condividono fino a farti sentire in comunione con Dio.”
E ora questa fantastica opportunità di conoscere il mondo, di incontrare il Papa, di rinsaldare la fede insieme ai giovani del mondo. Il nostro cuore trabocca di gioia e di
gratitudine.
Grazie Murialdo e grazie alla famiglia del Murialdo di cui siamo lieti di far parte.
www.mfassociation.org • maurizioboa@murialdo.org

 

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05 News Agosto 2010.pdf
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1 May 2010


Carissimi, ci provo ….vorrei inviarvi di tanto in tanto notizie di quello che sta succedendo qui, in questa parte del mondo così belle e difficile.

Vi ringrazio del vostro costante aiuto e della vostra comunione.

E vi saluto tutti con affetto, don Maurizio

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